L’università non è che mi stia tanto simpatica ma ogni tanto trovo la sua giusta applicazione, o meglio, la giusta applicazione di ciò che mi insegnano.
Non è in campo lavorativo, per stavolta, ma mi è saltato in mente quanto detto dal titolo di questo post. Il Know-how, ossia bagaglio informativo.
Mi è stato insegnato, in poche parole, che se un’azienda è tradizionalista, ancorata ai propri principi senza aver alcuna visione del mondo esterno è si un punto di forza da un lato, ma una grandissima debolezza dall’altro, in quanto le altre aziende si evolveranno, miglioreranno, mentre questa resterà tradizionale, sempre ferma allo stesso punto.
Quindi abbiamo da un lato un’azienda innovativa e una tradizionale. La prima “vede” l’ambiente esterno, ne capisce le contingenze, cambia adattandosi all’ambiente e, addirittura, cambiandolo, nei limiti del possibile.
Dall’altro lato abbiamo un’azienda tradizionale, con i propri principi. Questa, anche con i cambiamenti dell’ambiente porta avanti la propria teoria dell'”…abbiamo sempre fatto così, continuiamo a fare così!”, non rendendosi conto dei cambiamenti e non apportando alcuna modifica alla propria struttura per migliorare, in quanto questa azienda non vede miglioramenti se non quelli che si otterrebbero rimanendo tradizionale.
Questo problema secondo me è molto applicabile al paragone Honda, Yamaha da un lato e Ducati dall’altro. O meglio, non voglio accusare nessuna casa motociclistica, affatto, anzi. Ma vorrei far rendere conto di ciò a chi difende a spada tratta la propria casa definendosi tradizionalista.
Tornando al discorso di prima, si può affermare come certe aziende grandissime e ricche di tecnologie (da non intendersi solo come elettronica ma come vantaggi competitivi e segni distintivi), abbiano paura che una parte dei loro “dipendenti” esegua uno Spin-off, ossia si sposti da questa azienda ad un’altra (nuova o già esistente) e porti il proprio bagaglio conoscitivo in quest’ultima. Così facendo, questo gruppo di persone che si sposta da un’azienda ad un’altra, porta le conoscenze che ha, porta tutta l’esperienza che ha avuto nell’azienda dalla quale “parte” all’azienda alla quale “arriva”.
Lo spin-off si può individuare nel passaggio della “Banda Rossi” da Honda a Yamaha prima, e da Yamaha a Ducati poi. La “Banda Rossi” (Valentino, Burgess, Flamigni, Briggs e compagnia bella) porta il proprio bagaglio conoscitivo da un’azienda ad un’altra, con la speranza dell’azienda “d’arrivo” che apportino miglioramenti al loro prodotto. Portano il proprio Know-how, la propria esperienza, le proprie conoscenze, tutto ciò che sanno per rendere migliore, o almeno provarci, quell’azienda, o ciò che quell’azienda intende migliorare.
La sintesi di tutto ciò è che non bisogna restare fissati con la tradizione, con il motto “Abbiamo sempre fatto così e così resta!!”, con i soliti componenti e prodotti, ma bisogna guardarsi intorno e capire. Capire perché quello è fatto così e noi ce l’abbiamo fatto cosà. Capire perché loro vanno più forte e noi andiamo più piano. Capire tutto quello che c’è da capire e POI decidere se andare avanti con il metodo tradizionale o cercare di innovarsi, di migliorare. Ma se non si guarda all’esterno, non si è aperti, non si acquisisce know-how.
Grazie università per avermi fatto imparare questo, spero di farlo capire almeno a qualcuno. Pretendere di farlo capire a tutti, non me lo metto nemmeno in testa!!
STAY WITH ME!!!
VI|27